In questo articolo raccontiamo una bella esperienza che ci arriva dall’insegnante Lia Gallo della Scuola primaria “Donatelli” dell’IC Lucca 6. Una delle prerogative più importanti che la scuola dovrebbe avere è quella di valorizzare le abilità già esistenti in ogni bambino e potenziare quelle che in qualche modo già esistono, ma non sono ancora evidenti.
Scoprire precocemente qual è il canale migliore per l'apprendimento, può rendere il percorso dei bambini più libero di ostacoli e dunque più efficace e gratificante. Un bambino che ha, ad esempio, un’intelligenza visiva sarà aiutato se l'insegnamento non si focalizza solo sulla parola, parlata o scritta, …. la sua non è una carenza, ma una diversa abilità.
La valorizzazione di tutte le intelligenze è un grande passo avanti per andare oltre i “pilastri” dell'area linguistica e matematica, che rappresentano gli standard più comuni della nostra scuola, per prendersi cura di ogni bambino nella sua unicità.
Durante l’esperienza, i bambini sono stati impegnati settimanalmente ad osservare e a cercare di riconoscere nei compagni quale tipo di intelligenza avevano introdotto durante alcune attività.
Sono stati utilizzati sassolini di colori diversi, tanti quanti sono i tipi di intelligenza che si vogliono sperimentare, una bottiglietta per ogni bambino, tipo succhi di frutta piccoli, dove scrivere sul tappo con una etichetta rotonda il nome di ognuno (vedi foto).
Prima di iniziare i bambini erano stati preparati adeguatamente: conoscere le principali caratteristiche delle intelligenze che abbiamo deciso di osservare (solo alcune per volta); conoscere meglio sé stessi anche attraverso la somministrazione di un questionario (la Gallo ha adattato quello proposto da Gardner); aver effettuato piccoli giochi ed attività propedeutiche.
L’attività è stata portata avanti diversi mesi, nei quali era chiesto ad ogni bambino/a di osservare i compagni durante varie attività e di raccogliere informazioni sulle loro abilità. Circa una volta alla settimana si sono raccolti in agorà: sistemato al centro il contenitore con i sassolini colorati, ogni bambino ha tenuto in mano la sua bottiglietta aperta e a turno i compagni vi hanno messo i sassolini scelti.
Anche le famiglie sono state coinvolte, spiegando loro il significato di questa esperienza e le attività che venivano svolte in classe.
Quando i genitori hanno ricevuto le bottigliette dai figli, sono stati invitati a commentare i colori dei sassolini ed a chiedere informazioni ai figli e a conservarli.
Dopo un certo numero di settimane, è stato possibile ipotizzare quali fossero le intelligenze predominanti: l’insegnante può discuterne con loro, precisando che sarà suo compito (ma anche il loro) quello di predisporre esperienze e attività per valorizzare le intelligenze possedute e, soprattutto, per favorire lo sviluppo delle altre.
Lia Gallo ci racconta che le varie attività sono state accolte molto bene dai bambini, che hanno trovato in questo modo nuove motivazioni per apprendere.
Naturalmente non sempre la loro lente di osservazione è stata capace di individuare nei compagni l’una o l’altra intelligenza, ma in tutti è stata grande la partecipazione e l’interesse a conoscere meglio sé stessi e i compagni, a scoprire i propri e altrui talenti.
Un risultato fondamentale di questa esperienza è stato quello di scoprire l’importanza per gli insegnanti di promuovere attività ed esercizi mirati per lo sviluppo delle diverse intelligenze, perché questo aiuta non solo i bambini in difficoltà di apprendimento, ma anche quelli che presentano alcuni talenti, spesso non sufficientemente valorizzati nelle aule scolastiche.